Dipinto olio su tela di paesaggio, realizzato da Giancarlo Cazzaniga negli anni '70

 Ø cm 57 h cm 69 compresa cornice

Giancarlo Cazzaniga (Monza, 20 settembre 1930 – Milano, 5 dicembre 2013) è stato un pittore italiano, esponente del Realismo esistenziale. È noto per le sue rappresentazioni di paesaggi, nature morte e figure umane, spesso caratterizzate da un'atmosfera malinconica e introspettiva.

Cazzaniga si dedicò alla pittura fin da giovane, incoraggiato dal padre. Negli anni Cinquanta frequentò l'Accademia Cimabue a Milano e successivamente l'Accademia di Brera, entrando in contatto con l'ambiente artistico del Realismo esistenziale, una corrente che si proponeva di rappresentare la condizione umana e le sue angosce attraverso un linguaggio figurativo.
L'artista fu una figura importante della scena artistica milanese, frequentando luoghi come il Bar Jamaica e il Santa Tecla, ritrovi di artisti, intellettuali e musicisti jazz. Qui conobbe personalità di rilievo come Lucio Fontana, Luciano Minguzzi, Leonardo Sciascia (con cui strinse una forte amicizia), il jazzista Franco Cerri (con cui ebbe un'amicizia di lunga data che gli permise di conoscere maestri del jazz come Chet Baker, John Coltrane e Miles Davis), Giorgio Gaber, Enrico Intra e Enzo Jannacci. Questo ambiente influenzò profondamente la sua arte e la sua visione del mondo.
Negli anni Sessanta partecipò a importanti manifestazioni artistiche come la Biennale di Venezia (1962) e la Quadriennale di Roma, ottenendo un riconoscimento a livello nazionale.
La pittura di Cazzaniga è caratterizzata da una rappresentazione della realtà spesso cruda e malinconica, con una particolare attenzione alla condizione umana e alle sue fragilità. I suoi soggetti preferiti erano i paesaggi urbani e rurali, le nature morte e le figure umane, spesso ritratte in atteggiamenti pensosi o solitari. Il suo stile, pur legato al Realismo esistenziale, si distingue per una pennellata materica e un uso espressivo del colore, con tonalità spesso cupe e contrasti chiaroscurali.
Un tema ricorrente nella sua opera è quello delle ginestre, che dipinse in diverse occasioni, così come i paesaggi del Conero, una zona costiera delle Marche che amava particolarmente.