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Scultura in ferro raffigurante un cavaliere, realizzata da Agenore Fabbri negli anni '70
Ø cm 31 Ø cm 22 h cm 59
Agenore Fabbri (1911 – 1998) è stato uno scultore e pittore italiano di grande importanza, noto per la sua potente e spesso cruda espressione artistica. La sua opera si muoveva tra un rigoroso espressionismo e un informale sperimentale, riflettendo i tumultuosi eventi del XX secolo.
Nato a Quarrata, in Toscana, Fabbri iniziò il suo percorso artistico precocemente, frequentando la Scuola d'Arte di Pistoia all'età di 12 anni e successivamente l'Accademia di Belle Arti di Firenze. Inizialmente si concentrò sulla scultura, utilizzando principalmente cera e gesso. Negli anni '30 si trasferì ad Albisola Marina, un centro cruciale per gli artisti d'avanguardia che lavoravano la ceramica. Qui strinse amicizia con figure influenti come Arturo Martini e Lucio Fontana, con i quali mantenne una forte amicizia fino alla morte di Fontana. In questo periodo perfezionò le sue abilità nella ceramica e nella terracotta, sviluppando tecniche innovative come la riflessatura.
La sua carriera iniziale fu interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale e dal servizio militare. Le esperienze della guerra influenzarono profondamente la sua arte, portando a un cambiamento nel suo approccio stilistico dopo il 1945. Le sue opere del dopoguerra spesso trasmettevano temi di sofferenza, ansia e un crudo senso della condizione umana.
Un incontro significativo avvenne nel 1947, quando incontrò Pablo Picasso a Vallauris, in Francia. Picasso stesso diede il nome di "Donna del popolo" a una delle opere in terracotta di Fabbri di questo periodo. Dalla fine degli anni '50 in poi, Fabbri ottenne riconoscimenti internazionali con mostre personali negli Stati Uniti (New York, Filadelfia) e in Europa (Londra, Parigi, Stoccolma, Roma, Milano). Partecipò a numerose prestigiose mostre collettive, tra cui la Biennale di Venezia (con sale personali nel 1952 e nel 1960) e la Quadriennale di Roma.
Noto nei primi decenni per la ceramica e la terracotta, negli anni '50 e '60 lavorò sempre più con il bronzo e il legno, creando sculture caratterizzate da una modellazione convulsa e da tagli profondi. Sperimentò anche con ferro, stagno, zinco e acciaio. Dal 1981, settantenne, Fabbri iniziò a esplorare la pittura, inizialmente con oli e acrilici tradizionali. Nella fase finale, incorporò nelle sue tele materiali di "recupero" come sabbia, pietre, stracci, tessuti e lattine, riflettendo le sue tendenze informali.
Fabbri ricevette numerosi premi nel corso della sua carriera, tra cui il Premio Internazionale di Scultura a Cannes (1955) e Carrara (1959), e il Gran Premio per la Ceramica alla Triennale di Milano. Realizzò anche importanti opere monumentali, come la "Caccia al Cinghiale" a Palazzo Sormani a Milano e il "Monumento alla Resistenza" a Savona. Nel 1998, poco prima della sua scomparsa, fu eletto Presidente dell'Accademia Nazionale di San Luca.
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