Piastra in vetro scalpellato raffigurante una maternità, la cui realizzazione è attribuita a Erwin Walter Burger negli anni '60

Ø cm 26 h cm 31

Nato nel 1909, Erwin Burger matura una solida esperienza come tagliatore e incisore presso Fontana Arte. Nel 1945, decide di intraprendere una strada artistica indipendente, dando vita a un percorso personale profondamente segnato dalle collaborazioni con figure di spicco come Pietro Chiesa e Giacomo Manzù. Le sue prime opere, ispirate ai lavori incisi di Aristide Colotte, si trasformano gradualmente in sculture complesse e ambivalenti, dove elementi umani e animali si fondono in un'unica forma. L'artista, pur evitando intenzionali approfondimenti psicologici, esprime un profondo legame con il mondo animale, come dimostra il confronto tra la selvaggia testa di cavallo del 1051 e il suo predecessore più stilizzato. In queste opere, Burger raggiunge una maturità espressiva senza precedenti, conferendo alle sue creazioni un'energia vitale che le avvicina quasi a manufatti appena usciti dalla fornace.